Partita che ormai non conta nulla visto che il Napoli le vincerà tutte con un gol entro i primi 15 minuti (ma è tutto a posto, in questo caso nessun retropensiero) e noi ci siamo giocati le nostre chance perdendone due di fila (da veri babbei perdere due scudetti per due gol di merda a Bologna in anni diversi con protagonisti diversi, magari l’anno prossimo la nostra terza punta sarà Orsolini). Ma non conta nulla soprattutto perché fa parte di un tempo che non esiste più, cioè il tempo che ci separa dalla fine del mese.

In campo vanno parecchie riserve, ma contrariamente a tutte le altre occasioni precedenti, finalmente sfoderano una prestazione dignitosa. In scioltezza, ma fuori tempo massimo. La partita la mettiamo in discesa con un bel gol di Zalewski (che alla fine riscatteremo perché per 6-7 mln non prendi certo qualcosa di meglio) e poi amministriamo nonostante il diluvio che quasi scioglie giocatori, allenatori e squadra arbitrale.

Qualche rischio, ma niente di serio, fino al secondo tempo. Anche qui rigore procurato da Taremi al rallentatore e realizzato da Asllani (caro mio mi sa che ti sei svegliato quando non ci servi più). Poi moltissime occasioni nerazzurre vanificate da un Correa capace di centrare il portiere da qualsiasi punto del campo: forse qualcuno doveva spiegargli che il gioco del calcio prevede che si centri la porta dove non c’è il portiere e non viceversa.

Corriamo anche qualche rischio, ma niente di particolarmente preoccupante e la chiudiamo con un doppio vantaggio e un clean sheet. Andiamo avanti in questo limbo liquido come il tempo che non esiste, come la scioltezza che esibiamo quando non ci serve più per l’obiettivo in gioco, come la pioggia che ha inondato lo stadio di Torino.