Dopo il risultato di Lecce (avevo un po’ sperato in una partita dellamore dellamorte, visto il disperato bisogno di punti e quanto avvenuto nei giorni scorsi, ma poi mi sono ricordato che il Lecce è allenatore dal Giaestro e ho capito che non c’era alcuna speranza) si gioca per la statistica, per dovere e per fare i 3 punti che certificano la matematica qualificazione in Champions League per l’anno prossimo.

La partita mi ha ricordato quando, ancora giovane, avevo l’ardire di guardarmi i play off di serie C (si chiamava già LegaPro?) del Genoa con un mio socio: il livello del match è quello e ancora stento a spiegarmi come il Verona possa rimanere in serie A (ma forse anche in serie B farebbe fatica). E’ stato come guardare una pellicola di serie C, talmente brutta da non avere neanche la dignità di essere cult.

A quelli che da tutto l’anno mi rompono il cazzo con la rosa lunga e il livello delle riserve più o meno come i titolari farei vedere Inter-Verona per 18 ore filate con gli aghi infilati sotto le palpebre e sottofondo di LudwigVan. Raramente ho provato vedendo l’Inter un horror vacui così tremendo, forse devo tornare ai tempi di Kazan e Mazzarri, ma non so se basta. I 90 minuti odierni dovrebbero bastare a certificare che le alternative nerazzurre in attacco e a centrocampo non valgono neanche la serie cadetta.

Portiamo a casa i 3 punti e l’aver risparmiato tutti i titolari possibili, ma niente altro, accompagnando questo brodino con l’amarezza di veder sfilare via uno scudetto così, per non aver saputo approfittare dei passi falsi del Napoli e non aver saputo tenere almeno i pari punti che ci saremmo meritati (sia noi tifosi, sia la squadra). Per consolarmi mi scaricherò e rivedrò tutta la filmografia anni Novanta della Troma: almeno quelli erano C Movie con una loro dignità.

PS: abbiamo buttato via uno scudetto che si poteva e doveva vincere, ma c’è anche da dire che dalle parti del Vesuvio gli gira proprio tutto per il verso giusto; indubbi i meriti di chi sa vincere 1-0 soffrendo, ma l’1-0 lo devi riuscire a fare di riffa o di raffa, e per 20 partite non ti devono fischiare un rigore contro di riffa o di raffa, e nessuno deve parlare del fatto che due arbitri si rifiutano di arbitrarti per paura di non dormire sonni tranquilli a casa loro di riffa o di raffa (ormai siamo talmente abituati alla follia in questo cazzo di paese che ci sembra normale una cosa del genere). I complimenti a chi vince, ma passare per fessi anche no. A parti inverse qualche mese fa ricordo chi parlava di retropensieri accompagnato da tutta la fanfara (curiosi filotti dei nostri avversari punto a punto sempre molto importanti e mai il contrario, tappeti rossi che a noi non vengono mai stesi, ma sarà una mia impressione). Ma se la nostra società sta muta, chi sono io per farmi il sangue amaro?