Terza partita in sette giorni dopo il derby. Dopo i passi falsi con Genoa, Monza e Merde dovevi fare 9 punti e li hai fatti. Con una partita in cui hai sempre tenuto il boccino del gioco e in cui avresti potuto segnare 10 gol come minimo. Questo è il bicchiere mezzo pieno. Poi c’è l’altro mezzo bicchiere che ti mostra una partita che dovevi finire al 60esimo con la pipa in bocca, ma che hai trascinato fino al 96esimo con il patema di pareggiare di nuovo immeritatamente all’ultimo minuto.

Il match si mette subito in discesa perché Maripan è un cretino e se fossi un tifoso granata lo appenderei per i testicoli in spogliatoio: già prima dell’espulsione giocavamo solo noi, ma dopo l’espulsione è una specie di lento e inesorabile assedio stile boa constrictor (perché se avessimo anche solo mezzo giocatore capace di saltare l’uomo sarebbe più una cosa tipo crotalo). Ma che sarebbe stata una partita del cazzo lo si capisce quando, dopo aver segnato due (bellissimi) gol in fotocopia con cross e incornata di Thuram,  facciamo durare il doppio vantaggio meno di 60 secondi, concedendo a Zapata di seminare la nostra difesa e di insaccare come vuole (erroraccio di Bisteck che esce a caso su Zapata lasciando una voragine dietro di se). In campo 2-1, sugli spalti inizio a sgranare il rosario delle bestemmie che speravo di non utilizzare almeno stasera.

All’inizio del secondo tempo Inzaghi sostituisce Bisseck ammonito con Pavard (e per una volta concordo visto che non era proprio la sua serata e non solo per l’errore in occasione del gol granata), ma il canovaccio della partita rimane lo stesso: giriamo la palla in cerca di un varco per verticalizzare, non ci riusciamo e a un certo punto crossiamo sperando di insaccarla direttamente o su rimpallo. Purtroppo Lautaro è tornato versione miccia corta e non segna manco da solo in mezzo all’area di rigore, ma per fortuna Marcus è in un periodo stratosferica e insacca anche il terzo gol proprio su colpo di testa centrale del Capitano.

Se fossimo una squadra normale questo è il momento in cui la partita non avrebbe più niente da dire. Ma noi riusciamo nell’impresa di mangiarci almento tre o quattro gol fino a che su un errore di Taremi nel proteggere il pallone il Torino riesce a orchestrare una specie di contropiede in 10 vs 11 con rimbalzi e rimpalli casuali che nessuno spazza via, meno che meno Frattesi (che per ultimo esce con la determinazione di un micetto su una palla che palesemente stava diventando un problema). Calha prova a rimediare ma prende l’avversario in piena area. Rigore e 3-2 senza alcun senso.

Gli ultimi minuti sono un mezzo circo: noi potremmo segnare il 4-2 con il Principe Taremi, ma il Torino prova fino al 96esimo a fare il 3-3. Per fortuna non ci riesce ed esco dallo stadio provato ma sereno. Certo sentire i giocatori che non si spiegano i black out e parlano delle minchiate che combiniamo come se fossero fatte da altre persone o da soggetti non capaci di intendere e volere mi fa salire il crimine. C’è un problema di intensità e concentrazione, per cui la squadra non riesce a stare sul pezzo per tutte le partite e per tutta una partita. Fosse per me prenderei svariati cactus e chiederei al comandante Farris di darli sulla schiena a tutti i presenti in spogliatoio, compreso Inzaghi. Ma temo continueremo ad autogiustificarci (e autoassolverci) pensando che sia un problema passeggero che si autorisolve, ovvero il miglior modo per non trovare una soluzione. Ovviamente sarò felice di essere smentito dal campo. Mi risparmierei pure un po’ di fegato e di corde vocali.