SOMMER 7: ha fatto meglio di quanto pensassi ed è stato anche essenziale per giocare a calcio e non naufragare prima; ovviamente ha fatto anche errori, ma non sono certo i suoi a pesare sulla stagione; bravo, ma il futuro non sei tu, anche se solo anagraficamente parlando.
DUMFRIES 6,5: è la media tra quanto ha fatto cagare prima del rinnovo (a parte poche partitie) e dopo il rinnovo; mezzo punto in più per essere l’unico ad aver avuto il coraggio di venire a chiedere scusa sotto la fan zone a Monaco, mentre gli altri pusillanimi si nascondevano sotto le zolle d’erba.
PAVARD 5: quando serviva non c’è mai stato, a parte farsi i selfie, spararsi le pose con gli outfit cool e riempirsi la bocca di interismo non si capisce il suo contributo alla causa quale sia stato. Propagandista di illusioni mangiarane.
DARMIAN 6: San Matteo da Legnano, ti prego, passa in società ma sfodera delle qualità che vanno al di là della buona educazione perché ci serve anche altro da quelle parti. Il tuo lo hai fatto, chi ti chiedeva di più forse deve rileggere il certificato di nascita.
BISSECK 5: arrivato come se dovesse cambiare il volto della nostra difesa, ha mostrato qualità da attaccante notevoli, stacco tempismo e forza nel colpo di testa; peccato che faccia il difensore; anche se la tentazione di dargli la colpa per aver perso il campionato è forte, la verità è che non sarebbe mai riuscito nell’impresa da solo se gli altri chiacchieroni in squadra e soprattutto in panchina non lo avessero aiutato.
DE VRIJ 6: ha fatto tutto quello che gli è stato chiesto, è stato in panchina senza rompere i coglioni quando serviva, è stato in campo quando serviva, è stato zitto quando serviva; prendere nota.
ACERBI 6,5: dopo la pubalgia lo davo per finito, invece si è preso il posto da titolare mostrando come si difendeva un tempo; peccato che tra il gol di Tonali e il gol contro il Barça in un senso o nell’altro ci è costato 2 scudetti e lo scempio di Monaco (forse in futuro riuscirò a dimenticarlo, ma ora è impossibile). Milanista di titanio, agente sotto copertura clamoroso.
BASTONI 7: uno da cui ripartire nonostante tutto, insostituibile (tranne che per quel cretino che siede in panchina che togliendolo regolarmente all’80esimo ci avrà fatto perdere 10 punti); ti darei anche più di 7, ma è opportuno ricordare che anche tu ti sei arruolato tra i chiacchieroni autonominandoti innovatore del ruolo di difensore centrale. Ma forse non è chiaro che certi giudizi li da la storia del calcio e chi la osserva e la racconta, non chi la vive in campo. A chi la vive in campo spetta il compito di giocare e stare muti.
CARLOS 6,5: forse la riserva più azzeccata in questi anni in cui prendere le riserve giuste sarebbe stato fondamentale (i risultati sono sotto gli occhi di tutti e meritori di un licenziamento in tronco del ds responsabile in merito che invece è immortale apparentemente); avrebbe meritato anche più spazio considerato gli 8 mesi inaccettabili dal punto di vista della fitness sportiva del titolare dal suo lato.
DIMARCO 4: il voto sarebbe quello dato dall’Equipe dopo la finale (1), ma mi sono autoimposto moderazione; umanamente mi spiace dovere scrivere ste cose perché vedere lui in campo è come vedere me stesso, ma non è accettabile avere un giocatore che è un fattore solo i primi 2 mesi di campionato e che per il resto della stagione ti obbliga a un cambio al 50esimo. La prestazionoe nella notte più importante della sua carriera è la lapide sulla sua stagione.
ZALEWSKI 6,5: arrivato come uno scarto, alla fine ha fatto il suo e l’unico tiro della finale di Monaco parte dal suo piede, così come gli unici dribbling delle ultime 3 partite di campionato; avercene, almeno ha l’alibi di non aver promesso nulla.
PALACIOS sv: chi?
CALHANOGLU 4: la più grande delusione della stagione insieme a un po’ di altri senatori, sfodera un’annata stile ultimo anno al Milan per cui li prendemmo per il culo; speriamo segua il suo mentore in Arabia e tanti saluti. Il suo ciclo da noi è strafinito e le sue serate europee da coniglietto pasquale ne sono il certificato.
ASLLANI 4: inadeguato all’Inter, era giusto provarci, ma non era giusto non rendersene conto già dopo il primo anno da noi; vederlo in campo a Monaco quando dovevi provare a ribaltare la situazione, sperduto come un cucciolo di labrador in mezzo al deserto è stata una pena infinita. Riportarlo alla sua dimensione in una squadra di provincia, grazie.
BARELLA 4,5: il mio interista preferito, erede di un altro mio idolo nerazzurro con lo stesso nome, vice capitano in pectore e simbolo, doveva trascinarci nei momenti difficili. E invece. Un anno a fare colpi di tacco e tentare giocate improbabili, a passare la palla agli Zalewski di turno per paura di sbagliare. Non ci siamo. Puà essere il nostro Gerrard perché ha qualità non comuni, ma deve volerlo. L’amore non basta.
MKHITARIAN 3,5: il capo dei chiacchieroni; la sua intelligenza ci sarebbe servita e non per fare lo sbruffone davanti ai microfoni; il suo “siamo ingiocabili” deve perseguitarlo fino alla tomba. Avrei voluto salutarlo in tripudio invece che insultarlo come gli è successo quando ha lasciato le sue precedenti squadre. Forse non avevo capito io.
ZIELINSKI 4: il voto va diviso con chi l’ha portato da noi visto che doveva essere l’alter ego titolare di uno qualsiasi dei 3 centrocampisti ed è stato invece il nulla cosmico; a occhio direi che il suo arrivo segna lo scacco matto subito da Marotta ad opera di Dela e Lotito. Male male.
FRATTESI 6: la gestione da parte del suo agente della legittima insoddisfazione per il poco utilizzo è francamente dilettantesca e ha danneggiato l’Inter, ma c’è da dire che sia lui sia il suo assistito hanno a che fare con un cretino in panchina di dimensioni atomiche; due suoi gol l’anno scorso ci hanno portato la seconda stella, due suoi gol quest’anno ci hanno portato in finale di Champions, e questo – indipendentemente dalla sua ignoranza calcistica – gli sarebbe dovuto valere un posto in finale di Champions da primo subentrato; mi pare ovvio e giusto che se resta Inzaghi se ne vada lui, ma con un normodotato in panca può giocarsi le sue chance.
LAUTARO 6: non voglio essere ingeneroso e ricordare solo la serata di Monaco, voglio premiare il suo sacrificio contro il Barcellona e tutte le volte che ci ha creduto anche più di noi. Si è dimostrato uomo e capitano vero, non lo nego, ma il suo contributo alla causa è stato calcisticamente deficitario quindi il voto non può che essere intorno alla sufficienza.
THURAM 5: non metto 4 perché non è solo colpa sua se ha dovuto tirare la carretta da solo anche infortunato, però ridere meno e segnare di più grazie, che il rendimento di un attaccante si misura così.
TAREMI 3: meglio terzino che attaccante, di cosa parliamo?
CORREA 2: uno dei giocatori che ho odiato di più in maglia nerazzurra, senza se e senza ma. E lo sapevo pure il giorno che è arrivato, ma me lo sono dovuto sucare fino a fine contratto ogni santa partita.
ARNAUTOVIC 0: una merda umana vera, ci è costata uno scudo con un suo gol di merda (tipo dei 5 fatti quell’anno in campionato) e un altro scudo perché da 1 metro non è riuscito a toccarla in porta manco senza marcatore; uno che appena entrato inizia a dire agli altri cosa fare e corre si e no 2 minuti a partita non merita neanche queste righe, andrebbe ignorato e dimenticato nell’elenco dei giocatori che hanno vestito la nostra maglia.
INZAGHI 3: il voto non riguarda il suo ciclo interista, anche se la storiella che fa le nozze con i fichi secchi sarà pur vera e come è innegabile che passerà alla storia per lo scudetto della seconda stella, ma le sconfitte e le occasioni perse, la percentuale bassissima di trofei che contano rispetto alle occasioni avute, l’incapacità di evolvere anche a fronte di eventi storici che gliene avrebbero dato la possibilità, non possono non pesare sul giudizio complessivo. Il voto riguarda la stagione, una stagione in cui ha perso lo scudetto di 1 punto per non aver fatto i cambi al momento giusto e per essersi infittito con le sue idiosincrasie, senza cercare soluzioni alternative, continuando a prendere vagonate di gol e senza riuscire a rigirare la squadra. Ha puntato tutto sui suoi 11 e sul suo modo di giocare, anche a dispetto dei dati reali e dei segnali che il campo mandava. La mossa di mandare le veline tramite l’agente sulle offerte arabe per fare pressioni a Marotta nei giorni precedenti la partita più importante della sua carriera la dice lunga sulle priorità, sull’intelligenza e sulla capacità di reggere nei momenti chiave. Lo scempio di Monaco sommato allo scempio dell’ultimo mese di campionato segna irrimediabilmente la valutazionoe e mi pare di essere fin generoso con il voto. Vai tu vai tu (insieme al gesto del triplete che incautamente hai esibito come un cretino).
FARRIS 4: il tutore di Inzaghi, quando anche lui ha cominciato a sparlare davanti ai microfoni ho capito che era finita. Male.
MAROTTA 4: da quando è presidente e non solo AD è scomparso e pare essere andato in pensione anticipata; forse era meglio se restava a fare ciò che sa fare; condivide con l’immortale Ausilio la responsabilità per le vagonate di acquisti random in 2 anni in cui dovevi gradualmente rinnovare (Taremi, Zielinski e Palacios di quest’anno roba che quando l’ha fatta Branca volevamo la ghigliottina); la ciliegina sulla torta di merda è farsi trovare impreparato dalle mosse di genio Inzaghi una settimana prima e dopo la partita più importante della stagione a Monaco; è praticamente diventato nonno Simpson.
AUSILIO -3: maledetto.
OAKTREE -10: bastardi.