Se c’era bisogno di mettere le cose in chiaro, la partita del Maradona lo fa in maniera esemplare: da un lato una squadra capace di reagire alla figura di merda planetaria fatta pochi giorni prima in quel dei Paesi Bassi, dall’altro una squadra ancora traumatizzata, mentalmente fragilissima, che soccombe appena le cose escono dal binario della propria confort zone.

In generale il Napoli non approccia bene la partita e potremmo approfittarne, anche se la scelta di mettere la salma di Acerbi su Neres si dimostrerà la pietra tombale sul nostro match così come i 90 minuti di un Dimarco che non ne azzecca una ma non può essere sostituito.

Subito potremmo andare in vantaggio per uno svarione difensivo, ma Lautaro spara senza guardare direttamente sul portiere. Abbiamo anche un paio di mezze situazioni favorevoli ma non le sfruttiamo, poi Mariani si inventa un rigore come non ne vedremo più neanche uno in tutta la serie A (e infatti Rocchi ha già commentato come sia stato sbagliato assegnarlo, ma intanto vale una buona percentuale dei 3 punti partenopei). Il Napoli si ritrova inspiegabilmente in vantaggio, ma anziché reagire e spaccargli il culo ci limitiamo a una traversa, un palo sfiorato (da 2 difensori) e una palla masticata da Lautaro, conditi da tiri francamente velleitari che ci mandano al riposo sotto di un gol.

Uno si aspetterebbe un rientro in campo da leoni, invece giochiamo altissimi e giustamente veniamo inchiappettati dai loro incursori: prima Mc Tominay e poi Anguissa segnano con due missili terra aria dopo aver fatto tutto il campo senza che nessuno gli tiri una scarpata. Sarebbe da notare la differenza con le mozzarelle tirate dai nostri attaccanti e centrocampisti quando dovevamo recuperare, ma non vorrei risultare troppo caustico e ingrato. In mezzo Buongiorno di regala un rigore che per pochissimo mi fa sperare in una rimonta con pareggio, vanificato dall’ennesima cappella con gol regalato.

Non ce n’è. Perdiamo meritatamente. Perché fisicamente siamo stati inferiori. Perché mentalmente siamo stati inferiori. E non solo: anche tatticamente siamo stati insaccati da Conte come al solito. Basti pensare alla scelta iniziale di Acerbi, alla scelta di sostituire Mkhitarian con Zielinski che contro il Napoli non ha mai mai mai fatto partite decenti anziché Frattesi per cercare di dare un segnale di aggressione dell’avversario.

Se c’era bisogno di mettere in chiaro le cose adesso spero che nessuno si illuda di vincere un cazzo quest’anno: alla proprietà non interessa, mentre i giocatori non sono in grado di uscire dal tunnel in cui sono entrati a Monaco e Chivu ancorché un po’ meglio di quello che pensassi deve mangiarne ancora di pasta asciutta prima di essere un allenatore all’altezza dei livelli per cui dovremmo competere. Otto partite, tre sconfitte: è una sentenza senza appello, nonostante il livello basserrimo della serie A. Mettiamocela via e basta.